Il Canto del Curandero – R. Simeone

Dopo essere rientrato dal lavoro in tarda mattinata, nonostante fossi un pò stanco e sotto pressione, decido di dedicarmi ad un viaggio astrale dopo aver mangiato uno spuntino.
Mi trovo in cucina, intento a preparare una pietanza pratica e veloce, nel mentre trovo su internet un post che narra del viaggio col “Canto del Curandero”.
Ascolto quel brano disteso sul letto, nonostante alcuni piccoli dolorini alla schiena e, comincio a concentrarmi sul canto ed a respirare profondamente.
Pochissimi minuti dopo mi trovo da solo in una foresta tropicale con grandi alberi secolari…
Non si fa’ attendere l’arrivo di un capo tribù che corre a piedi nudi, così veloce che intravedo solo la testa, la corona di penne bianche e mezzo busto.
Si impone d’innanzi a me come un Totem in silenzio.
Nel mentre il canto entra nel corpo con uno stato di vibrazioni forti e prende i sensi,
Percepisco gli odori e la percentuale di umido, unito al muschio attaccato alle sequoie.
Osservo il capo-tribù in volto, cambia aspetto.
Vedo le labbra muoversi e l’occhio sinistro chiudersi e riaprirsi.
Nell’animo mi ascolto e percepisco un sentimento piacevole di tranquillità, gioia, una dolce speranza che non riesco a spiegare ma, a mio avviso mi sento bene in quelle terre con questo popolo.
La mia attrazione per questo popolo è un grande sentimento; ho letto molto ed ho sempre avuto una grande stima per i nativi d’America.
Le persone facenti parte di quella tribù, arrivano da me incuriosite: bambini, ragazzi giovani e molte donne.
Nessuno di loro parla, mi scrutano con grandi occhi e dai loro volti emanano una grande luce, benefica, amorevole. Sembrava che parlassero col cuore.
Mi accerchiano a mezzaluna.
Alle mie spalle si accende da sola, spontanea una fiamma, un grande fuoco propiziatorio che arde sempre più intensamente.
Il mio cuore inizia a pulsare a pieno battito con frequenza regolare, con sentore di gioia.
Delle gocce d’acqua scorrono lungo la mia spalla.
Ma non solo; ho la netta sensazione che una mano dall’interno del torace mi accarezza il cuore e, fa lo stesso seguendo a ritmo il pulsar dei battiti.
Il canto passa da un vibrato all’altro…ed io avviso un piacevole distacco…
Parto…
…..mi sollevo,
…..faccio un giro in zona con circospezione e rientro nel corpo in posizione.

Namastè

Roberto Simeone

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