Ho incontrato il mio amico Poldino – Sara T.

Se cercate esperienze strabilianti, risparmiatevi la lettura.

Sono una principiante che con questo racconto rende omaggio ad un cane speciale.

Se amate i cani e ne rimpiangete uno in particolare che non è più con voi, allora vi invito a proseguire… e in ogni caso grazie per la vostra attenzione.

Ieri ho avuto una bellissima esperienza di fase ed ho finalmente potuto realizzare l’obiettivo che mi ero prefissata dall’inizio del webinar “Viaggi Astrali” di aprile: riabbracciare il mio adorato Poldino, un magnifico Border Collie dalle straordinarie doti che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso di vita, e che precisamente un anno fa ha abbondonato il suo corpo fisico, appena dopo aver portato a termine la sua missione nei miei confronti.

Vorrei tanto avere il talento per poter scrivere tutta la storia di questa creatura meravigliosa, e per raccontare al mondo come gli angeli custodi e le guide spirituali, possono a volte nascondersi sotto le spoglie dell’essere vivente più semplice e umile del mondo, per starci accanto nel nostro quotidiano e nel mondo fisico.

Ma voi che leggete questo post lo sapete già. E la storia di Poldo meriterebbe davvero un libro… ma non qui e non ora.

La prima volta che ho avuto un’esperienza di fase, Michele B., il trainer della scuola di sogni lucidi ed esperienze extracorporee, non ci aveva ancora spiegato come fare per incontrare i defunti, quindi non ci ho neanche provato.

Ieri invece, dopo vari tentativi falliti, sono riuscita ad immergermi e fare un’esperienza bellissima.

Fra le tante cose mi sono guardata allo specchio, ho toccato pareti per intensificare la fase, mi sono allenata facendo footing a tre metri da terra, mi sono lavata con acqua di sorgente e ho anche preso una pillola per dimagrire e perdere i kili presi durante il lockdown del Covid.

L’episodio di Poldo è stato il dulcis in fundo, la cui grande emozione ha poi provocato il mio risveglio. L’incontro è stato più vero di quanto avrei mai potuto immaginare o osato chiedere all’universo.

La creatura mi aspettava proprio li, come se lo sapesse, dove io avevo deciso di trovarla, sul suo fazzoletto verde.

Non appena varcata la soglia della porta astrale, lo ho scorto in mezzo all’erba con le orecchie dritte. Il tempo di incrociare il mio sguardo ed è venuto verso di me come se anche lui non aspettasse altro.

Non saprei spiegarlo, ma è come se in quell’istante mi avesse detto “finalmente ce l’hai fatta, ti aspettavo!” Ho sentito forte e chiaro il suo messaggio.

E’ incredibile come in pochi secondi la scena abbia acquisito uno spessore talmente reale che persino in fase mi sono sorpresa di certi piccoli dettagli che avevo praticamente archiviato: la sua postura, il modo in cui mi aspettava, le orecchie dritte al rumore della porta, le sue movenze, il linguaggio del suo corpo mentre veniva verso di me, quel non so che nella comunicazione non verbale che ciascuno riconosce nel proprio cane come unico, e che lo contraddistingue agli occhi del proprietario da tutti gli altri cani.

Chi ha avuto un cane mi può capire.

Chissà quante volte avevo provato ad immaginare questo momento, chiedendomi se mai ci sarei veramente arrivata; nel cercare di visualizzarlo, da sveglia, non ero mai arrivata a recuperare tanti dettagli quanti ne ho avuti in fase!

E finalmente il momento dell’abbraccio.

Se nella mia immaginazione, da sveglia, avevo calcolato il pelo e il calore del corpo, in fase mi hanno sorpreso il naso umido e il fiato caldo del mio cane quando mi sono avvicinata al suo musino.

Insomma ragazzi era tutto di gran lunga più vero di quanto la mia immaginazione e la mia memoria avrebbero saputo fabbricare: un gran tuffo al cuore mentre lo ho accarezzato stringendolo a me, un’emozione così forte che improvvisamente mi sono sentita tirare indietro verso il mio corpo fisico.

Stavo retrocedendo verso il risveglio e la testolina di Poldo che stringevo fra le braccia perdeva gradualmente di spessore. Invano ho cercato di stabilizzare quel momento. Ho aperto gli occhi, mi sono svegliata e mi sono abbandonata ad un caloroso pianto.

Ho pianto per un buon quarto d’ora, di nostalgia ma anche di gioia perché è stata un’esperienza meravigliosa.

Al risveglio poi, distaccatami un po’ dall’emozione, il mentale ha preso il sopravvento ed è insorto il dubbio: era veramente il mio Poldino o una proiezione della mia mente?

Tutti quei dettagli che hanno reso la scena realistica, non erano forse semplicemente riemersi dal mio subconscio?

Ma poi nel corso della mattinata la risposta è arrivata.

Il mio cane defunto mi ha inviato un messaggio, un segno inequivocabile… si, nella vita reale, nella veglia, nella materia.

Mi ha inviato un messaggio per rassicurarmi che ci siamo veramente incontrati in astrale!!!

Per gli amanti dell’ignoto, preciso che il mio cane ha già dato prova di prodigi in passato, da defunto.

Per dirla in parole semplici il suo fantasmino si era già manifestato un paio di volte, ma questa è un’altra storia che troverete forse un giorno nel famoso romanzo che lo vedrà protagonista.

Grazie per aver condiviso con me questo episodio di profonda tenerezza..

nb: illustrazione by @sofiainfantephotography

Micky

Micky

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