Cos’è una NDE (esperienza di pre-morte)

Come facilmente intuibile, le NDE sono eventi eccezionali verificatesi in alcuni pazienti che per un motivo o un altro si sono ritrovati a faccia a faccia con la morte.

Molti potranno pensare che queste esperienze di pre-morte non sono altro che situazioni create dal nostro cervello per evitarci uno shock così forte, come quello di essere vicino alla morte ad esempio. Alcuni, in campo medico dicono che queste esperienze possano essere spiegate con il malfunzionamento dei lobi frontali che è la parte del nostro cervello che si occupa di sensazioni o memoria. Oppure viene chiamata in causa la DMT che è un trip allucinogeno che crea sensazioni di pace e serenità, una delle sensazioni principali provate da chi ha avuto queste esperienze, me compreso. La DMT è una sostanza che si trova nel nostro fluido cerebrospinale e si dice che, in casi estremi, l’organismo usi questa sostanza per evitarci lo shock.

Questi concetti sono stati confutati da molte ricerche strabilianti e ci introduciamo alla scienza con questa frase di Kurt Godel. Ritenuto uno dei più grandi logici di tutti i tempi, insieme ad Aristotele, per farvi un esempio e collocato al nono posto dalla rivista TIME tra le persone che hanno maggiormente influenzato il pensiero del xx secolo disse: “è un pregiudizio del nostro tempo che sarà confutato scientificamente l’idea secondo cui non esiste una mente separata dalla materia (lui la chiama mente, chi anima, chi coscienza, come io preferisco, ma è irrilevante). Ci sarà un momento dopo la morte, una vita futura dopo la morte fisica, in cui la mente, potrà conoscere integralmente, potrà soddisfare il suo naturale desiderio di capire ogni cosa“.

Ora parliamo di ricerche serie e lungimiranti:

Dal punto di vista strettamente scientifico, il contributo più importante è quello del cardiologo olandese Pim Van Lommel che insieme ad altri colleghi, pubblicò nel 2001 sulla prestigiosa rivista di medicina THE LANCET, i risultati di uno studio durato 10 anni ed effettuato su 344 pazienti. Questa ricerca aveva lo scopo di verificare se le NDE fossero fenomeni dovuti ad attività cerebrali o meno.  Vi dico il responso, la ricerca completa potete trovarla nel libro da lui pubblicato: “Coscienza oltre la vita. La scienza delle esperienze di premorte” Edizioni Amrita, Torino, 2017

Il responso fu che:

I ricordi di esperienze di pre-morte non coincidevano in nessun modo con le attività cerebrali, perché l’elettroencefalogramma ed i vari strumenti usati, non segnavano alcuna attività e sul rigore del metodo scientifico usato nella ricerca, non era possibile giungere a conclusioni diverse da quelle pubblicate. Questo è molto significativo. Vuol dire che le NDE non sono per nulla situazioni create dal nostro cervello, che ci fanno pensare di aver vissuto chissà cosa.

Il medico, psicologo e parapsicologo Raymond Moody, autore di molti altri libri sulle esperienze di pre-morte dice: “la fede religiosa o la provenienza, non sembrano avere peso sul verificarsi o meno di questa esperienza e sul suo contenuto. Queste situazioni sono accadute a centinaia di migliaia di persone di religione diversa, atei, agnostici, etnia diversa, cultura diversa ecc.”

Ecco una breve storia tratta da un libro del dott. Moody: una amica del dott. Moody, Kim, che lavorava in una clinica universitaria e aveva assistito alla “resurrezione” di una paziente di nome Maria. La credevano morta, ma poi sono riusciti a rianimarla. Appena si è ripresa, Maria, ha raccontato di essere uscita fuori dal corpo e di aver vagato fuori dalla clinica e aveva notato una vecchia scarpa che si trovava sul davanzale di un piano superiore dell’ospedale. Kim andò a verificare e quella scarpa si trovava proprio dove la paziente aveva raccontato.

Moody dice anche che i pazienti da lui assistiti hanno dato descrizioni veritiere di quello che stava succedendo, da un punto di vista che non potevano avere stando semplicemente sul loro letto.

Ora è il momento di Sam Parnia

Parnia un medico britannico, specialista in anestesia e rianimazione, primario del reparto di terapia intensiva e direttore del Reparto di Ricerca sulla Rianimazione presso la Scuola di Medicina della Stony Brook University di New York. È una delle massime autorità sullo studio scientifico della morte, sul rapporto mente-cervello umano, e sulle esperienze ai confini della morte, quindi ragazzi, parliamo di personalità autorevoli.

Dal settembre 2008, Parnia fa parte del progetto “AWARE “Consapevolezza durante la rianimazione”). Uno studio che prevede una collaborazione internazionale tra scienziati, personale medico ed infermieristico che si occupa di pazienti che sopravvivono ad un arresto cardiaco e che riportano una NDE. Al progetto partecipano attualmente ben venticinque ospedali tra Europa e Nord America che si prefiggono di esaminare le reazioni di pazienti una volta subentrata la morte clinica, molti dei quali provano delle esperienze ai confini della morte, con percezioni fisiche dell’ambiente circostante. 

Uno dei loro metodi è mettere nella sala operatoria, degli oggetti, degli obbiettivi che è possibile vedere solo dall’alto o comunque in un campo visivo diverso da quello del paziente, nel letto di ospedale.

In una intervista racconta la storia di un paziente di 57 anni, inglese, che ha assistito alla sua rianimazione, nonostante il suo cuore fosse fermo per tre minuti e la sua attività cerebrale era piatta. Quindi morte clinica.  Il paziente raccontò addirittura i dialoghi che avvennero tra i medici, in quel momento, in quei 3 minuti e in quella stanza.

I punti di seguito riportati indicano le esperienze, che tutti i reduci da una NDE hanno raccontato di aver vissuto. (Specifichiamo che non tutti hanno vissuto tutte le esperienze riportate. C’è chi ha vissuto esperienze più intense, chi meno)

  • Abbandono del proprio corpo fisico
  • Attraversamento di un tunnel di luce
  • Sensazione di pace e serenità estrema
  • Difficoltà nel descrivere tali sensazioni
  • Incontro con altri esseri
  • Rivisitazione della propria vita terrena
  • Rimpianto di essere tornati
  • Timore di riferire l’evento
  • Totale scomparsa del timore della morte

Le NDE si sono verificate anche in pazienti ciechi dalla nascita che non avevano nessuna memoria visiva e hanno poi raccontato di aver vissuto molte di queste esperienze su-scritte.

In un articolo non posso dilungarmi molto, quindi, vi lascio con una riflessione:

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Antoine-Laurent de Lavoiser)

La morte è solo un passaggio ad un altro livello di esistenza.

Autore dell’articolo: Antonio Iacca è istruttore Mindfulness protocollo MBSR. Reduce da NDE. Sceneggiatore e regista del cortometraggio: A soul story (incentrato sulle oobe ed NDE ). Sta conducendo conferenze sulle NDE e sulla crescita di coscienza. Autore del testo di un brano musicale, per il musicista Howl Jordan, dal titolo: come Govinda e Siddharta che tra poco uscirà in varie piattaforme.

Intervista: Ho visto cosa c’è Oltre

Facebook: Mindfullness, la nuova consapevolezza

A Soul Story:

Micky

Micky

2 risposte

  1. Spero che sia stato così anche per mio figlio, morto di cancro al colon …purtroppo però, lui non è tornato…????

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